Progetto Otonga

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(Per le ultime notizie vedi articoli della categoria Otonga.)

Giovanni Onore, nato a Costigliole d’Asti, laureato in Agraria presso l’Università di Torino, è un personaggio straordinario, ormai noto in tutto il mondo tra coloro che si occupano di conservazione della Natura.
Frate Marianista, dopo una lunga esperienza a Brazzaville, in Congo, da circa vent’anni vive a Quito, dove è docente di Entomologia presso l’Università Cattolica. Negli anni di permanenza in Ecuador si è adoperato fortemente per la conservazione di una importante foresta andina, che ora è conosciuta col nome di “Riserva di Otonga”.

La Riserva si estende sulle Ande, versante occidentale, tra le province di Cotopaxi e Pichincha ed è compresa tra 850 e 2300 m, con una serie di ambienti (páramos) molto diversi tra di loro, dalla “foresta nublada” al “páramo pajonal”, cioè dalla selva pluviale di tipo amazzonico ai pascoli stepposi di alta quota. Sia la vegetazione, che la fauna sono del tutto eccezionali e si può dire che la Riserva racchiuda una delle più significative concentrazioni di biodiversità dell’intero pianeta. Molte specie di vertebrati, soprattutto rettili e anfibi sono stati descritti come nuovi per la Scienza proprio negli ultimi anni e di recente anche un mammifero si è aggiunto alla lunga lista, che per quanto riguarda gl’invertebrati è ancora in gran parte da scrivere. Tutta la Riserva è stata acquistata poco alla volta, raggiungendo l’attuale superficie di 1100 ha., grazie a donazioni, raccolte fondi e tanti amici, che la carica umana di Giovanni Onore ha profondamente colpito. L’Università Cattolica è la proprietaria e alcune famiglie di residenti locali sono state oculatamente coinvolte nel controllo e nella gestione. Nel progetto “Otonga”, infatti, l’aspetto di conservazione è sempre collegato a quello dello sviluppo e della crescita civile e culturale delle popolazioni locali, creando in tal modo un indotto benefico, che si esplica in molte attività: dall’acquisto di animali da soma e di attrezzi agricoli, alle borse di studio per la scolarizzazione di giovani locali, dall’impiego dei residenti in opere di rimboschimento con essenze autoctone, alle numerose ricerche scientifiche con finanziamenti di tesi di laurea per studenti ecuadoriani. Mentre l’estensione della Riserva continua a crescere (l’obiettivo è di 3000 ha.) nuove iniziative vengono proposte, tra cui la più recente è la creazione di un Centro di Educazione Ambientale, che ha ottenuto l’approvazione sia dello Stato, che delle gerarchie ecclesiastiche.
Il legame di Giovanni Onore con la provincia di Asti è sempre stato fortissimo e le sue periodiche visite hanno permesso a molti di conoscere il suo progetto, che illustra sempre con materiale iconografico eccellente e con un entusiasmo trascinante. Tra i tanti legami e rapporti di collaborazione che ha istituito, primo fra tutti è quello col mondo scolastico, che ha portato la Scuola Media di Mombercelli a raccogliere fondi e a produrre una scheda sul progetto “Otonga” sul proprio sito Internet; una collaborazione continuativa è sempre stata quella con la sezione di Asti del WWF, che di recente è sfociata nel gemellaggio tra il Centro di Educazione Ambientale “Villa Paolina” del WWF, sito nel biotopo di Valmanera (AT) e il costituendo analogo Centro Didattico di Otonga.

Proprio a Villa Paolina il 10 giugno 2001 è stata inaugurata la Cantina Didattica, frutto della collaborazione del WWF con l’Associazione “Donne del Vino”, sodalizio che da alcuni anni ha investito nel progetto “Otonga” energie e finanziamenti, che hanno, tra l’altro, portato ad intitolare alcuni corsi d’acqua ancora anonimi con i nomi di celebri vini piemontesi. Le prime 600 bottiglie di barbera prodotte nella Cantina Didattica, “vestite” con variopinte etichette fatte a mano dagli alunni di numerose scuole di varie località del Piemonte sono state cedute in cambio di offerte per ottenere ulteriori fondi per l’ampliamento della Riserva.

L’avorio vegetale (Tagua)

Col nome indigeno di TAGUA viene indicata una palma la Phytelephas aequatorialis (fam. Arecaceae), che può raggiungere i 20-25 m, con foglie lunghe fino a 6 m. La pianta è dioica.

L’infiorescenza maschile è un pennacchio giallo lungo fino a 3 m, con profumo di anice, irresistibile per gl’insetti: in una sola ne sono stati contati 120.000. L’infruttescenza è una struttura globosa, irta di spine, che può pesare da 5 a 20 kg. Il frutto, quando è fresco, è tenero e viene usato dai nativi come si fa con le noci di cocco, di cui ha il sapore. Quando invecchia diventa durissimo, bianco e compatto, del tutto identico all’avorio animale.

L’uso tradizionale della TAGUA è la fabbricazione dei bottoni, che risale al secolo scorso, mentre solo da 20 anni circa è cominciata la produzione artistica.

Gli ecuadoriani, infatti, sono particolarmente dotati in fatto di arte: hanno per la pittura, scultura e musica un naturale talento. Nella lavorazione dell’avorio vegetale sono coinvolte famiglie e piccole cooperative di artigiani che lavorano con una sega di metallo, una mola smeriglio, un trapano, cartavetro e qualche lima. Il lavoro in comune unisce le famiglie, stimola la cooperazione e rinsalda i vincoli famigliari. Le abili mani degli artigiani realizzano una quantità incredibile di bellissime riproduzioni in miniatura di animali domestici (cani, gatti, maialini, oche, ecc.) ma soprattutto di animali della spettacolare fauna dell’Ecuador (tucani, tapiri, tartarughe, bradipi, scimmie, foche, delfini, rane, gufi, civette, ecc.). Il valore del loro lavoro è ancor più apprezzabile se si considera che i manufatti vengono realizzati a partire da una sostanza vegetale rinnovabile, che non comporta il sacrificio di alcun essere vivente, come purtroppo avviene con l’avorio animale.

  

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I manufatti di TAGUA possono essere richiesti in cambio di una modesta donazione alla sezione WWF di Pinerolo, e-mail: [email protected]

Per informazioni rivolgersi a  Eros Accatino tel. 011-9077041.

Il soprastante materiale informativo e’ stato tratto ed adattato dalla pagina della sezione WWF di Asti sul sito della provincia di Asti.

Presentazione fotografica

E possibile scaricare la presentazione sulla foresta di Otonga.