Messaggi etichettati ‘fauna’

A che serve gridare al lupo

Monday, September 30th, 2013

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30/6/2013 – Come distogliere l’attenzione dai problemi veri di un comparto in crisi.

Confagricoltura si unisce alla schiera dei lanciatori di “allarme lupo”. E arriva incredibilmente a paventare “situazioni di pericolo per i turisti in montagna”. Chi conosce la natura sa che si tratta di un’affermazione senza alcuna base reale: i lupi sanno bene che per sopravvivere devono tenersi ben alla larga dall’uomo. E così fanno. Per inciso, problemi per gli escursionisti possono nascere dalle prescrizioni dell’ultimo calendario venatorio, nel caso di interventi di braccata al cinghiale già dal primo giugno (animali feriti compresi) e di caccia aperta al sabato, alla domenica e per altri 3 giorni la settimana.

Dire che il lupo è una minaccia per i turisti ha come unico effetto quello di mettere a repentaglio la sopravvivenza economica degli ultimi allevatori e pastori che faticosamente cercano di mantenere un’attività in montagna. Il WWF, che quasi 20 anni fa per primo chiese che i pastori piemontesi fossero messi a conoscenza del ritorno del lupo sulle Alpi e delle contromisure da prendere, ricorda che questa specie è presente con circa 70 esemplari (censimento 2011) in tutto l’arco alpino del Piemonte, più una decina di esemplari in zona appenninica, e che tuttora vive in uno stato di equilibrio molto precario a causa dei frequentissimi fenomeni di bracconaggio e avvelenamento, e per gli investimenti con macchine e treni.

Non sono i lupi a mettere in ginocchio la pastorizia piemontese. In Sardegna non ci sono lupi e la situazione è ancora più tragica che in Piemonte. I danni alla pastorizia addebitati al lupo – anche se spesso si tratta di cani rinselvatichiti – costano meno di un decimo di quelli  causati dagli ungulati. Ma forse al lupo sono attribuite paradossalmente  altre colpe,  come quella di essere un predatore di ungulati (che arrecano danni ingenti all’agricoltura), e per questo motivo  un abile “concorrente”  da eliminare da parte dei cacciatori.

C’è quindi da chiedersi se tutto questo allarmismo su questa specie con forte potere evocativo non serva soltanto a sviare l’attenzione dai problemi reali. Per il WWF, non è da oggi che la montagna viene dimenticata.  Viene il sospetto che demonizzare il lupo serva in realtà a nascondere errori passati e presenti nelle politiche di sviluppo della montagna e di valorizzazione dei prodotti . Per il WWF, anziché lanciare periodicamente degli allarmi, sarebbe molto più utile che le Organizzazioni agricole chiedessero agli amministratori regionali delle politiche serie e lungimiranti per la montagna, anziché sperare – senza mai dichiararlo – che si riapra la caccia al lupo.

(da http://regionali.wwf.it/ )

Il ritorno dei “Grandi Vecchi”

Thursday, July 4th, 2013

Le numerose introduzioni del grifone (Gyps fulvus) nel sud della Francia hanno dato i loro frutti. Il susseguirsi degli avvistamenti negli ultimi 15 anni si sono intensificate anche in Piemonte. Il primo avvistamento da parte del WWF Pinerolese, riguarda un esemplare in volo proveniente dalla punta  dell’ Aquila (Val Sangone) e diretto  verso la pianura in direzione  Cumiana nell’ anno 2000. Subito dopo si sono susseguiti gli avvistamenti di Cardè, sino ai recenti della Assietta e di Bardonecchia del 2012. L’averlo fotografato nella discarica ACEA di Pinerolo, la settimana scorsa, mentre si cibava è un evento eccezionale.

Caratteristiche importanti della specie sono: apertura alare con le primarie aperte 2,50 mt., coda corta molto scura a forma quadrata. Tipico è il collaretto intorno alla testa di colore grigio in netto contrasto con le penne della coda e delle ali che sono nere. La ripresa della pastorizia ne ha favorito gli spostamenti e in breve tempo, provenienti dalla Spagna sono state colonizzate i Pirenei Francesi, le Chevenne nel sud della Francia, le Alpi Francesi (Queiras) e Italiane (Alpi Marittime – Cozie).

Essendo sacrofago si ciba esclusivamente di carogne, e così facendo è considerato lo spazzino per eccellenza tra gli uccelli.

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Sotto: foto di un gipeto (Gypaetus barbatus) avvistato nel 2008. Ringraziamo Nicolò Refourn ( http://wwwfreemountain-niko92.blogspot.it/ ) per la foto.

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NON RACCOGLIETE I “BAMBI”! NON SONO ABBANDONATI!

Wednesday, June 19th, 2013

Capriolo 27.05.2009 011

Ogni estate in pieno periodo delle nascite dei piccoli di capriolo veniamo contattati da numerose persone che hanno rinvenuto piccoli di capriolo secondo loro abbandonati. NON SONO ABBANDONATI! I piccoli caprioli rimangono immobili nell’erba per nascondersi dai predatori e quando si rinviene “un bambi” non bisogna ASSOLUTAMENTE avvicinarsi e toccarlo, altrimenti la mamma che è nei paraggi sente il nostro odore e lo abbandona destinandolo a morte sicura.

Quindi anche se è un gesto dettato dalle migliori intenzioni vi preghiamo, NON RACCOGLIETELI E NON AVVICINATEVI. Se vi imbattete in un piccolo capriolo l’unica cosa giusta da fare è allontanarsi rapidamente.

In questo periodo di nascite in natura sarebbe opportuno anche evitare le frequentazioni notturne nei parchi naturali e nelle aree protette, onde evitare di creare disturbo ai piccoli appena nati. Purtroppo sta prendendo piede l’ organizzazione a scopo di lucro di gite notturne nei parchi naturali alle quali partecipano comitive di persone con al seguito cani anche se in alcuni casi al guinzaglio.

Ricordiamo inoltre che per motivi di congiuntura finanziaria si stanno chiudendo parecchi Centri Recupero Animali Selvatici che erano addetti al recupero della fauna e in alcuni casi gli agenti preposti non ritirano più gli animali che gli vengono consegnati. Conseguentemente necessita portare eventuali animali abbandonati (NON piccoli di ungulati!) al pronto soccorso della clinica veterinaria di Grugliasco che fa servizio 24 su 24.

A Torino distrutta una colonia di gabbiani reali con i piccoli

Saturday, June 15th, 2013
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13/6/2013 – Il WWF Piemonte e VdA procederà all’esposto per accertare eventuali responsabilità

A Torino è stato abbattuto  un capannone che ospitava la più grande colonia di gabbiani reali, con una quindicina di coppie in piena fase di riproduzione, come testimonia la foto scattata prima della demolizione.  Nidi distrutti, piccoli uccisi, colonia annientata. Per il WWF sono inammissibili  le giustificazioni, apprese dagli organi di stampa, di coloro che avrebbero dovuto supervisionare  l’opera di demolizione e che adducono di aver spostato i nidi in luogo idoneo. Il vigente Regolamento Tutela Animali della città di Torino recita infatti, all’Art. 9 comma 13, che “è vietato catturare, uccidere, disturbare ed allontanare forzatamente le specie aviarie ivi compreso distruggere i siti di nidificazione durante il periodo della riproduzione e del successivo svezzamento, ovvero porre in atto qualsiasi forma di maltrattamento”.  Per il WWF si tratta di una evidente violazione non solo del Regolamento Comunale, ma anche della  legge Nazionale 157/92, che vieta di distruggere o di danneggiare deliberatamente i nidi e le uova e di asportare i nidi in periodo di nidificazione.
Il gabbiano reale mediterraneo è una specie protetta ai sensi della legge nazionale sulla caccia, localizzata nel solo bacino del Mediterraneo e in centro Europa. Il suo areale è in espansione, ma non il suo numero. A Comacchio nel 2010 nidificavano 2500 coppie e nel 2013 solo 400.
Secondo EBN Italia, che ha segnalato il fatto  al WWF, “sarebbe bastato posticipare i lavori di due settimane perché i piccoli potessero volare via”. La stessa associazione di birdwatcher è riuscita fortunatamente a recuperare un pullo e a consegnarlo al centro di recupero  del Parco Alpi Cozie di Avigliana, la cui sopravvivenza non è però garantita a causa della mancanza del genitore durante lo svezzamento e al  trauma subito.
Il WWF  segnalerà con un esposto questa grave violazione della legge nazionale e del regolamento Comunale, chiedendo  il perseguimento di evidenti  responsabilità e auspicando che eventuali imputazioni siano d’esempio affinchè  simili atti non si ripetano in futuro.

Astore a Cumiana

Friday, June 7th, 2013

Uno splendido maschio di Astore fotografato a Cumiana, posatosi sul balcone di una casa nei pressi di un bosco. Ringraziamo Vincenzo Turinetto per la foto.

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